
La traduzione esatta del termine sanscrito "karma" è "azione" o "atto". Spesso è utilizzato per designare la legge di “causa-effetto”, talvolta invece ne viene data una descrizione come fosse un semplice principio d’accumulo: di errori, con conseguenti punizioni, oppure di meriti con conseguenti premi, questo a seconda del grado di coerenza delle nostre azioni rispetto a qualche riferimento morale. Si rimane così intrappolati da una stringente logica dualistica che non ci aiuta nell’emancipazione interiore: giusto-sbagliato, premio-punizione, una modalità degna d’un addestratore d’animali o d’una scarsamente illuminata azione “educativa” più che di esseri intelligenti e capaci d’amore.

- In una visione dell’esistenza quale processo evolutivo, potremmo innanzitutto notare che ogni nostro vissuto procede dalle scelte che contraiamo individualmente, indifferentemente da quanto ne siamo consapevoli o meno, e in secondo luogo che siamo parte facente d’un sistema intelligente più grande che ci pervade e include, volenti o nolenti.
- Dati questi presupposti, possiamo intendere come il nostro muoverci in sintonia con le leggi ineluttabili di questo sistema sia il nostro autentico esprimerci. Il sistema suddetto è in piena e costante evoluzione, passando attraverso compimenti progressivi in un processo di realizzazione/manifestazione/espressione dei propri stati potenziali. Le leggi intrinseche permangono le stesse, mentre le modalità realizzative in nostro potere possono variare.
- Ciò che anche faticosamente s’esprime secondo tali leggi universali condurrà a forme creative conformi al nuovo sviluppo, ciò che invece le contrasta rimarrà sclerotico nella propria ripetitività fino a diventare un ostacolo. In un processo evolutivo ciò che ostacola inutilmente viene in qualche modo eliminato: tutto ha uno scopo e trova il suo senso d’essere nel favorire l’iter in fieri.
Possiamo così cogliere come agendo secondo tali leggi giungeremo a potenziare certe modalità specifiche favorendone una loro maggior espressione e finendo quindi per goderne, mentre contrastando i principi universali produrremo delle dissonanze che richiederanno giocoforza, presto o tardi, la loro revisione. Non c’è premio o punizione impartito da qualche fantomatica entità giudicante ma conseguenze determinate dal nostro agire più o meno responsabile, più o meno consapevole, così che si possa costantemente migliorare l’approccio ed estendere le nostre conoscenze e competenze in seno alla Vita.